Chiarina e Lorenzo Savastano, maturi e agiati fratelli, convivono nell’appartamento di famiglia, il luogo che è stato “la culla della loro infanzia”. Lorenzo è un restauratore di quadri, Chiarina si occupa della casa e delle necessità del fratello. La loro vita scorre tranquilla, senza apparenti conflitti, ma il sospetto di un ipotetico matrimonio di Lorenzo scatena un furioso e imprevedibile litigio tra i due fratelli. In una lettera del 1946, Eduardo De Filippo scrive a suo fratello Peppino: “Tu dici: Siamo fratelli. Certo. E chi più di me ha saputo affrontare e comprendere questo sentimento? Credi tu che da estraneo avresti potuto infliggermi le torture morali che sistematicamente, minuto per minuto, mi infliggevi?” Difficile non sentire l'eco di queste parole in "Bene mio e core mio". I peggiori torti sono quelli ricevuti dai parenti più stretti. I rapporti familiari si rivelano "lacci" che stringono e tengono incatenati. Sotto la facciata dell'affetto "esemplare", si nascondono incomprensioni e malumori, tenuti sotto chiave per anni, pronti ad esplodere quando la routine quotidiana si interrompe. "Come gira il mondo e quante sorprese ci riserva" dirà Lorenzo sul finire della commedia. I piani si ribaltano più volte, le prospettive si rovesciano in modo imprevedibile. Tredici attori in scena in una girandola di sentimenti e situazioni…
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