Un ex cantautore, una giovane ragazza in sedia a rotelle e un amore mai dimenticato si intrecciano in una storia fatta di musica, memoria e rinascita!
Note dell' Autore
La canzone di Elisa non è solo una storia: è una melodia fragile che si fa voce, corpo, silenzio e memoria. È un teatro che cerca la verità nei dettagli quotidiani, nelle pause, nei respiri spezzati, in quella linea sottile che separa l’oblio dal ricordo, la disperazione dalla rinascita.
Questo spettacolo nasce da una domanda semplice: cosa ci tiene vivi quando sembra che tutto ci stia lasciando?
Nel caso di Giovanni, è la musica – l’unica lingua che la sua mente non ha dimenticato. Nel caso di Elisa, è lo sguardo di chi, pur vacillante, riesce ancora a vedere oltre le ferite. Ho voluto raccontare un incontro improbabile ma profondamente umano tra due persone spezzate in modi diversi, che si sostengono a vicenda nonostante tutto.Ma non c’è nostalgia, c’è resistenza. C’è la volontà di lasciare un segno, di riappropriarsi della propria voce, anche se incrinata.
La messa in scena è realistica, intima, essenziale. Ogni elemento – la luce, il suono, la scenografia – è pensato per accompagnare e non sovrastare la parola e l’emozione. Il salotto romano in cui si svolge gran parte della storia diventa un microcosmo dove si consuma la tragedia, ma anche il miracolo della connessione umana. La canzone di Elisa è uno spettacolo che parla di memoria, ma anche di futuro. Di vecchiaia e giovinezza. Di paura e di coraggio. È una carezza ruvida, come la voce stonata di chi ha ancora qualcosa da dire.
È una danza lenta, tra chi non può più camminare e chi ha imparato a fermarsi.
Ed è soprattutto un omaggio a tutte quelle vite che, nella loro fragilità, contengono una forza indicibile.
Enrico Maria Falconi
Giovanni Monni, ex gloria della musica italiana e oggi ottantenne con un principio di Alzheimer, vive isolato nella sua casa ai Parioli di Roma, circondato da ricordi sbiaditi e da una quotidianità scandita dalla presenza del fisioterapista Andrea e della domestica Anna. La sua vita prende una svolta inaspettata quando bussa alla porta Elisa, una giovane misteriosa costretta su una sedia a rotelle. Porta con sé una lettera scritta dalla nonna Rossana, antico amore di Giovanni, nella quale c’è la richiesta di ospitare la nipote durante il delicato percorso medico finalizzato ad un intervento che potrebbe restituirle l’uso delle gambe. Tra Elisa e Giovanni nasce un legame profondo, tenero e poetico, mentre le giornate scorrono tra esercizi, canzoni dimenticate e improvvise esplosioni di memoria. A fare da contrappunto a questa dolcezza, l’ombra del genero Paride, imprenditore senza scrupoli, pronto a ottenere l’interdizione legale di Giovanni per impadronirsi del suo patrimonio. Una commedia drammatica contemporanea che unisce teatro e musica, poesia e dolore, ironia e tenerezza. Una storia che emoziona e invita a non arrendersi, anche quando tutto sembra perduto.
Largo Italo Stegher, 2
00053 Civitavecchia (RM)